A dieci anni di distanza si è celebrato lunedì scorso nel santuario del Preval, il ricordo speciale della figura di Valentina Pugliese, ma anche del dono fatto allora dei suoi organi che ha ridato la possibilità di vita a tante persone. Stasera chi viene a dirci qualcosa nella pagina del Vangelo è questo centurione romano, ha esordito nella sua omelia don Maurizio. un pagano dunque che in se stesso e forse neppure in quello che crede trova risposta a un dramma personale: “Signore, il mio servo giace in casa paralitico e soffre moltissimo”. La prima grande lezione del vangelo di oggi ci viene da questa persona che non chiede, ma racconta a Gesù quello che sta vivendo, e consegna a Gesù la sofferenza di questo suo servo. Così noi stasera siamo venuti per raccontare qualcosa di prezioso al Signore, per affidarci a Lui, nella certezza che ci ascolti e questo è già tanto. Con questi pensieri il celebrante ha dettato la sua pacata riflessione in una chiesa gremita, da familiari, da amici provenienti da tutta la regione, ma anche dal sindaco di Gradisca Alessandro Pagotto, dal direttore del Centro regionale Trapianti Roberto Peressutti, da membri della presidenza Regionale dell’ADO. Freddo 10 anni fa, freddo stasera qui nel santuario di Maria, ha ancora detto don Maurizio, ma con il cuore caldo, caldo di un dono, di una parola di speranza che ci è stata donata, di una testimonianza che continua a far prendere coscienza a tanti giovani del preziosissimo dono della nostra vita. Al termine della celebrazione accompagnata da musiche scelte all’arpa di Laura Pandolfo, ha preso la parola il sindaco di Gradisca, la sorella Rossella e il papa Salvatore che hanno espresso i sentimenti, il dolore di questi lunghi anni, ma anche la riconoscenza a tanti che sono stati loro vicini. L’emozione si è sciolta anche con un applauso, mentre le campane a distesa risuonavano nel buio della notte, nella valle del Preval, quasi un annuncio della vita che continua.
S.P.
data di pubblicazione:
12-12-2024
tema: EVENTI